La chiamata di Mattarella dopo la rinuncia di Conte
Carlo Cottarelli ha accettato l’incarico di formare il nuovo esecutivo, dopo la rinuncia di Giuseppe Conte. Cottarelli è salito al Quirinale questa mattina, alle 11:30, chiamato dal presidente Sergio Mattarella per sondare la possibilità di costituire un governo tecnico che, al momento, appare già in salita, visto che difficilmente avrà i voti necessari in parlamento.
Cottarelli, una volta uscito dal colloquio, ha parlato davanti alle telecamere poco dopo le 12,30 illustrando le due opzioni che ha concordato con Mattarella, il quale gli chiesto di presentarsi al parlamento con un programma che porti a nuove elezioni. In caso il Parlamento desse la sua fiducia, si voterebbe il Bilancio per arrivare a nuove elezioni ad inizio 2019. «In assenza di fiducia – ha spiegato Cottarelli – il governo si dimettere subito e si andrebbe ad avviare l’iter per nuove elezioni subito dopo il mese di agosto». Cottarelli in quel caso prenderebbe l’impegno, insieme ai suoi ministri, di non candidarsi alle Politiche.
Chi è Carlo Cottarelli
Laureato a Siena e alla London School of Economics, Cottarelli, pur lavorando a Washington dal 1988 quando entrò al Fondo Monetario dopo la Banca d'Italia e una breve esperienza all'Eni, ha sempre seguito con attenzione gli affari italiani. All'Fmi infatti era direttore del dipartimento affari di bilancio dal 2008 e in questi anni più volte ha redatto e illustrato il Fiscal Monitor, ovvero il rapporto dove si analizzano i bilanci pubblici delle principali economie.
Nato a Cremona nel 1954, dopo venticinque anni al Fondo Monetario e sei alla Banca d'Italia, Cottarelli ricoprì l'incarico di commissario alla spending review per il governo per un anno. Il conto dei tagli possibili arrivò a 32 miliardi. L'incarico si concluse con un corposo dossier di risparmi possibili e qualche amarezza che l'aveva portato a sottolineare più volte gli ostacoli incontrati sulla strada della revisione della spesa.
Nel novembre del 2014 Cottarelli lascia e torna al Fmi su nomina del Governo Renzi, come direttore esecutivo nel board. L'amore per il rigore dei conti però non si è interrotto e dal 30 ottobre 2017 è il Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano.
Recentissimi i suoi affondi sulla necessità di ridurre il debito e sul risanamento che passa per la finanza pubblica. «Dobbiamo ridurre il debito pubblico, altrimenti rimarremo schiavi dei mercati». Il piano di spending rewiev di Cottarelli era stato evocato di recente da Andrea Roventini, inizialmente scelto da Di Maio come ministro dell'Economia per il governo M5S. Critiche, invece, le sue posizioni nei confronti del contratto Lega-M5s.
La reazione della Germania
«L’Italia è un partner importante per la Germania» e il «rispetto per le istituzioni democratiche del Paese» richiede che si attenda quale Governo verrà insediato: così Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, rispondendo a una domanda sugli sviluppi della situazione politica italiana e sulla richiesta di impeachment a Sergio Mattarella.
Seibert ha sottolineato il rapporto di «amicizia» che esiste fra Germania e Italia. Alla domanda se Berlino sia oggi più ottimista sul futuro del Paese e dell'eurozona alla luce del fallimento del governo giallo-verde pur nella difficile situazione politica che ne è risultata, Seibert ha detto: «L'Italia è un amico importante e un partner dell'Ue, nelle relazioni politiche bilaterali ma anche al livello dei cittadini».
Che cos'è la spending review
Per revisione della spesa pubblica (in inglese, spending review), si intende un processo volto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione della pubblica amministrazione nelle sue strutture organizzative statali (ad esempio, ministeri, tribunali, istruzione pubblica, sanità pubblica) e territoriali (Regioni, Province, Comuni), delle procedure decisionali e attuative, dei singoli atti all'interno dei programmi e dei risultati finali.