Resistono concessioni e project, crollano i lavori pubblici tradizionali
Brusca frenata dei bandi di gara ad aprile.
Penano le festività, certo, ma anche la nuova riforma del Codice degli appalti. A ogni cambiamento di regole le amministrazioni pubbliche, che già non brillano in decisionismo, attendono di conoscere le nuove norme e aspettano che si stabilizzino. E, nel frattempo, il mercato si arena. Si è passati da lavori in gara per 4,6 miliardi a marzo a 1,9 miliardi del mese scorso. Anche nei primi due mesi dell’anno, i numeri erano stati di gran lunga più alti: 2,3 miliardi a gennaio e 2,9 miliardi a febbraio. Il boom dei primi tre mesi del 2019 è stato così forte che il dato gennaio-aprile resta comunque al di sopra dell’equivalente periodo del 2018, con un +46,2%.
Nel mercato dei lavori pubblici tradizionali, per i contratti di sola esecuzione la caduta è stata del 27,2%; mentre l’appalto integrato registra addirittura una perdita del 60,2%. Non è una sorpresa, considerando che questo tipo di appalto è quello che risente di più dell’instabilità normativa e del cambiamento del Codice. In parte, la caduta del mercato tradizionale è attenuata dalla crescita dei mercati complessi, concessioni e project financing, che segnano un incremento del 57%. Il risultato complessivo di aprile è una riduzione di un decimo dei volumi.