Subappalto al 40% e appalti senza gara fino a 150mila euro
Accordo trovato tra Lega e Movimento 5 Stelle sullo Sblocca-cantieri.
Ieri, intorno alla 15, dopo ore di travaglio, i capigruppo al Senato, Massimiliano Romeo e Stefano Patuanelli, si sono detti «soddisfatti». Stamattina, sarà presentato un testo che rappresenta la sintesi dell’emendamento leghista a firma di Simona Pergreffi e il subemendamento dello stesso Patuanelli. Prevista la sospensione di alcuni punti rilevanti del Codice degli appalti per due anni, in attesa di una riforma complessiva delle regole. In rassegna, le principali novità.
Subappalto e subappaltatori
Libertà sui subappalti fino al tetto massimo del 40%. Si tratta di un compromesso tra il 30% previsto dal Codice e il 50% inserito nel decreto Sblocca-cantieri in vigore dal 19 aprile. Il 40% resterà in vigore alla riforma complessiva del Dl 50/2016 e, comunque, non oltre il 31 dicembre del 2020. A decidere la percentuale applicabile (tra zero e 40%) saranno le stazioni appaltanti, decidendo volta per volta con i bandi di gara. Eliminato l’obbligo di nominare una terna di subappaltatori, sia per i piccoli che per i grandi lavori.
Centrali di committenza e appalto integrato
Tutti i Comuni, inclusi quelli di piccole dimensioni, avranno la libertà, fino al 31 dicembre 2020, di bandire le gare per beni, servizi e lavori in proprio, senza passare da una centrale appalti. Congelato, per lo stesso periodo, anche l’obbligo, mai andato in vigore, di servirsi di commissari indipendenti nominati all'interno di un albo gestito dall’Anac per valutare le offerte. L'ultima sospensione delle regole attuali riguarda l’obbligo di affidare i lavori pubblici sulla base di un progetto esecutivo. Torna, in versione rivisitata e restrittiva, l’appalto integrato. Potranno essere affidati sulla base di un progetto meno dettagliato (definitivo invece che esecutivo) pure i lavori di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, che non riguardino impianti e parti strutturali degli edifici.
Affidamento diretto ibrido ed esclusioni
L’intesa salva l’affidamento diretto ibrido, con la consultazione di almeno tre imprese, per i lavori tra 40mila e 150mila euro e delle gare semplificate (procedure negoziate) per gli appalti fino a un milione di euro, con l'obbligo, però, di invitare un numero crescente di imprese sulla base all’importo della commessa. Marcia indietro, invece, sull'obbligo, introdotto dallo Sblocca-cantieri, di aggiudicare i lavori di importo inferiore a 5,5 milioni al massimo ribasso; si lascia alle Pa la possibilità di valutare altri aspetti oltre al prezzo. Allentata, poi, la stretta sulle irregolarità fiscali e contributive non accertate in via definitiva. Per escludere dalle gare un concorrente bisognerà perlomeno che l’irregolarità sia «grave» e che sia contenuta «in atti amministrativi esecutivi». Saranno esclusi dal mercato degli appalti pubblici, infine, tutte le imprese riconosciute colpevoli di un «grave inadempimento nei confronti di uno o più subappaltatori». La violazione dovrà, però, essere accertata tramite una sentenza passata in giudicato.
Collegio consultivo tecnico
Sarà ripristinato il Collegio consultivo tecnico, un team composto da tre esperti (nominati dalle parti) che avranno il compito di risolvere le controversie nate in cantiere senza per forza arrivare in un'aula di tribunale. Una sorta di “arbitrato” in tempo reale, che non piace all’Anac.